La forma dell'amore


Racconto breve
La forma dell'amore (racconto breve)


Quand’ero un giovinetto, a scuola, l’insegnante di lettere era aduso ad assegnare dei compiti sotto forma di giochi. Una volta ci disse: «Pensate di avere davanti una grossa cesta, diciamo pure un grosso paniere non trasparente, con all’interno una miriade di oggetti. Adesso immaginate che l’amore sia un oggetto. Infilando la mano dentro, come lo riconoscereste?»
La risposta andava argomentata per iscritto. Così, dopo il brusio iniziale e il parapiglia dovuto alla novità, ognuno si mise a formalizzare le proprie idee e ragioni.
Trascorsa una mezz’ora abbondante, ci invitò ad alzarci in piedi, uno alla volta, e leggere ad alta voce quanto avevamo elaborato.
Venne fuori di tutto. C’era chi non aveva scritto nemmeno uno straccio di riga appellandosi al fatto che l’amore, essendo astratto, non si sarebbe potuto in alcun modo infilare in una cesta. C’era chi asseriva che la faccenda fosse fin troppo banale poiché lo sapevano tutti che l’amore aveva la forma di un cuore.
Io mi trovai in difficoltà. Pur spremendo le meningi non riuscivo ad assegnare una forma all’amore. Pur tuttavia, a quel compito non mi sottrassi e, sollevatomi in piedi, rivelai a tutti e con convinzione che, ficcata la mano nella cesta, l’avrei comunque individuato dalla temperatura, perché l’amore non poteva essere che caldo, certamente il più caldo di tutte le cianfrusaglie là dentro! Per forza!

Se oggi, dopo decenni di interazione con l’oggetto amore, mi venisse chiesto: Che forma ha l’amore? Risponderei che l’amore non può avere una forma definita, precisa, in quanto entità affatto statica: è un oggetto in espansione, dai bordi gonfi e sfumati. Ed è per questo che non lo puoi confinare o limitare nelle sue manifestazioni: straborderebbe.
Sicché, se qualcuno mi dicesse di essere riuscito a perimetrarlo, moderarlo, anche solo per pudore o per la morale comune, io non mi chiederei come abbia fatto, ma piuttosto gli domanderei di sincerarsi se, nella cesta, non avesse pescato l’oggetto sbagliato.

Commenti

  1. Credo che la richiesta del (T)uo professore per l'età di chi siede ancora tra i banchi di scuola, fosse ardua. Per questo mi è molto (P)iaciuta l'originalità per cui, anzichè individuare una forma, (T)u abbia declinato la consegna come un'esperienza tattile che avrebbe dovuto procurarti calore e fosse smisurata, priva di un perimetro che la possa circoscrivere e ridurre. Se io dovessi partecipare a quel gioco oggi, un po' più attempata di una scolaretta (ma di poco!), direi al professore che l'amore una forma ce l'ha, circoscritta entro il perimetro dei lineamenti di un volto e del contorno di un abbraccio, misura quanto un paio di gambe che vorresti ti camminassero al fianco. Di fatto, poi, non è misurabile, perchè dentro quella persona ci trovi un mondo...
    Il mio è un discorso generico, ma personalissimo: avrei usato la parentetica...
    Difficile pensare che stia dentro una cesta, ma se quella cesta è un paniere, allora è plausibile, perchè il pane lo consideriamo necessario e forse l'alimento per eccellenza nell'immaginario collettivo.
    Inoltre, non si dice di qualcuno che è buono come il pane? Beh, così è l'amore: buono da qualunque prospettiva lo si consideri.
    Sono stata chiara? ;-)
    (T)i (A)bbraccio forte forte...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai fatto pensare al pane appena sfornato: caldo, fragrante e profumato. Sarà perché ho una fame che vedo Vismara?! ;-) ;-)

      La parte più importante è proprio il senso del sentimento dell'amore, al di là delle metafore legate alla cesta o alla forma fisica. Il tutto per dire che l'amore, quello vero e autentico, è smisurato. Non c'è modo di imbrigliarlo, persino l'intelligenza passa in secondo piano rispetto a un sentimento così devastante. Se si riesce a limitarsi nell'esprimerlo, probabilmente, è perché manca qualcosa (o si è pescato l'oggetto sbagliato nella cesta!).

      (T)i (A)bbraccio forte forte, (A)micheTTa mia!

      Elimina

Posta un commento

Vuoi chiedermi qualcosa?

Post più letti di sempre

Nudo

Tutto inizia. Il meglio finisce. Perché mai diventi il peggio.

Il viaggio di G. Mastorna - Il film maledetto di Federico Fellini

Post più popolari

Sincronicità

Nudo