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Mostriciattoli

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  Oh, Mostriciattoli! Oh, grevi! Infami! Perché m'assediate in bivacco?! Manco di voce, guaisco nel silenzio, torturato da diritti che ho firmato per non avere. Via! Via!! Lasciatemi... (solo?) No! No!! In pace! Tremare. Strapperei una libbra della mia carne per tremare ancora, io e te, un'ultima volta. Tremare: non scopare . Ho paura e braccia stanche. E voi, maledetti, così affamati... Non voglio un addio, quello me l'hai già dato. Rivoglio il mio sogno. Non te, che or ora mi ravvedo, mia non sei mai stata.

L'abito dell'amore

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  Non appartieni a chi dice di amarti,  ma a chi si prende cura di te. Certe volte, i due pronomi individuano la medesima persona. Certe volte.

L'arte della ramazza

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Scopavo tutti i giorni, pure con la mia fidanzata. Poi mi sono sposato. Adesso ci pensa la colf.

Verrà il giorno

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Verrà il giorno in cui nell' ovvio ci si guarderà attraverso. Verrà il giorno in cui incarnerai la meta , il sorriso e la pelle , di chi per te è già il tutto . Verrà il giorno in cui vedrai vegliare il sonno di chi non dorme mai. Verrà il giorno in cui il disporre della tua serenità sarà per qualcuno vanto, potere e letizia, e non un problema cui abbozzare una soluzione. Verrà il giorno in cui la gelosia sarà una mera declinazione dell'amore , non dell'egoismo. Verrà il giorno in cui chi parla per uno, non intende poi per due. Verrà il giorno in cui chi ti impacchetta assieme a una sentenza e ti infila sul piatto, ne accetta poi il peso, e i resti. Verrà il giorno in cui la buonanotte avrà il sapore soave dell' amore , e non il retrogusto acre del tutto è compiuto. Verrà il giorno in cui queste pagine non verranno più scritte. Verrà il giorno in cui... Vorrei proprio esserci, quel giorno.

Donne facili

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Le donne facili sono per gli uomini convinti di non avere più una scelta.

Era notte, ed eri mia

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S'era fatta notte, una volta ancora. Ed io là,  strappato a me stesso, smembrato, una volta ancora. D'improvviso una voce,  più calda del cremisi  della bocca che la soffiava:  mi scosse, mi braccò. Suadente e poi fragore, indecente mi feriva le labbra. Perché anche la Spina che s'addentri al petto sa far dei brividi il dono, e allora io grido: pazzia sia, se è questo il canto! Attonita. Perché è meraviglia quanto nulla sia cambiato allorquando Quel che suggeva un dì, stanotte, ancor beveva. Stremato e impavido la richiamavo a terra perché ella di me facesse strazio e poi grida e poi sole e poi luna e poi il nulla men che Due. E volata via poi, lungo un fianco incisa, scarlatta, la sua preghiera. [ Post Scriptum ]     Ci sono momenti in cui una sensazione, un palpito improvviso, suggeriscono di fermarsi ed ascoltare l'eco delle tante domande che sollevandosi s'annidano.    Allora ti volti, e guardi... E ti rendi conto che le risposte, talvolta, non necessitano affa

Me, e non te: un altro ossimoro

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Sempre e mai . Due parole. Due avverbi. Stessa razza e, purtuttavia, agli antipodi. Uno ti riempie la bocca, l'altro te la svuota. Accoppiati originano un ossimoro. Insieme sono quel qualcosa che non passa inosservato. Come vicino e lontano . Ogni giorno ti vedo. Ogni giorno mi parli. Parliamo. Eppure, non siamo mai stati così vicini e indipendenti . Ho detto indipendenti, non lontani. Altrimenti saremmo stati un ossimoro. Saremmo stati qualcosa. Come lo eravamo da quel sempre che oggi mi svuota la bocca. Se ne avessi avuto contezza quando l'incendio somigliava a un barlume, avrei ingurgitato l'amore di ciascuno di quegli attimi infiniti . Ancora un ossimoro. Ancora qualcosa. Che c'era e non c'è. Come vicino e lontano . Come sempre e mai . Come me , e non te .

Il primo (pensiero), dopo l'alba

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Quello che del dì guizzava al palo or ora s'era cacciato d'un piè oltre il grigliato. Perché i bisbigli godessero in grida pure l'anime s'erano murati, e precetti infine dati. Ma poi piombarono il dolore, le incombenze e il folclore. Così il Tempo che vetusto  invecchia e stroppia, finì (ahimé!) per prillare la chiave nella toppa.

L'anticonformista vanaglorioso

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C'è chi , per dir di sé, mette in mezzo l'anticonformismo. Allorché, alle volte, basterebbe scomodare la sola superbia.

Uguale e diverso: allo stesso tempo

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UNO . Ho conosciuto uomini venuti al mondo col carisma della sensibilità . E il mondo se ne prese cura donando loro un sogno, da crescere, e vivere. DUE . Ho conosciuto uomini venuti al mondo col carisma dell' aridità . E il mondo se ne prese cura donando loro prelibatezze d'ogni mazzo, e primizie, che essi ebbero a consumare all'ombra degli onori, disconoscendone il pianto e quel cremisi , che d'altro amore MAI sarà più il canto. Mentre sorridevo ai primi e schivavo schifato i secondi , interrogavo il mondo maledicendolo incredulo. Fu allora che conobbi un giovane vestito da vecchio, arrivato da chissà dove, chissà perché. E anche di lui il mondo s'era preso cura, donandogli la sensibilità dei primi e nulla dei secondi, un paio di occhi per piangere e un cuore per soffrire. Perché egli potesse desiderare, e non avere. Avere, e non possedere. Possedere, e mai di prima mano. Sentirsi meritevole come un'anima in credito ed essere come il 2 tra i numeri primi: ugua

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