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Sincronicità

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  A ventun anni facevo lo studente, mangiavo pizza cinque giorni su sette e vivevo in un buco da quattrocentoottantaquattromila lire al mese; nella zona est della città.      Ricordate la réclame delle caramelle Polo? Si chiudeva con una voce maschile, imperturbabile, che declamava un artico editto: Polo, il buco con la menta intorno .      Ecco, il mio buco era simile, solo che intorno, invece della menta, c’erano palazzi abitati da pupazzi, che non vedevo mai. Sapevo ch’erano gremiti di gente, lo testimoniavano pure le antenne che, a bizzeffe, spuntavano fitte fitte sopra i tetti. Ma per me erano costruzioni fantasma. Tutti conoscevano tutti, ma io non conoscevo nessuno, se escludiamo i malcapitati che fluttuavano attorno (e dentro) al mio stesso residence. Residenza in cui vissi due anni e, a parte qualche piacevole fuoriprogramma, il bilancio fu decisamente negativo.      Vi racconto solo com’è che me ne andai, di punto in bianco.      Quella che presi in affitto, o meglio, quell

Equilibrio

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Farò sempre a meno di chi sa fare a meno di me.

Anacronistico

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«Aspetta, figliuolo! Non te ne andare così, parliamone!», mi corse dietro mio papà.      «Non mi piacciono le ragazze di oggi», gli dissi stizzito, inchiodandomi sull'uscio.      «E come fai a dirlo? Ce ne sono così tante!», tentò di ammansirmi. «Non ti ho per caso insegnato che non bisogna mai generalizzare? Che non bisogna mai fare di tutta l'erba un fascio?», completò il treno dei cliché menando in aria un dito ammonitore.      «Non mi piacciono le donne con i tatuaggi», sentenziai apatico.      «Ma figliuolo...», spalancò le braccia ed esclamò: «Oggi sono tutte tatuate!», all'ultima sillaba accodò un ineffabile sorriso lapalissiano.      «Appunto», dissi io, e me ne andai.

Per un pugno di delusione

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  Certe volte, la delusione è tutto ciò che resta d'una aspettativa troppo pasciuta .

Mostriciattoli

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  Oh, Mostriciattoli! Oh, grevi! Infami! Perché m'assediate in bivacco?! Manco di voce, guaisco nel silenzio, torturato da diritti che ho firmato per non avere. Via! Via!! Lasciatemi... (solo?) No! No!! In pace! Tremare. Strapperei una libbra della mia carne per tremare ancora, io e te, un'ultima volta. Tremare: non scopare . Ho paura e braccia stanche. E voi, maledetti, così affamati... Non voglio un addio, quello me l'hai già dato. Rivoglio il mio sogno. Non te, che or ora mi ravvedo, mia non sei mai stata.

L'abito dell'amore

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  Non appartieni a chi dice di amarti,  ma a chi si prende cura di te. Certe volte, i due pronomi individuano la medesima persona. Certe volte.

L'arte della ramazza

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Scopavo tutti i giorni, pure con la mia fidanzata. Poi mi sono sposato. Adesso ci pensa la colf.

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