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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Donne facili

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Le donne facili sono per gli uomini convinti di non avere più una scelta.

Era notte, ed eri mia

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S'era fatta notte, una volta ancora. Ed io là,  strappato a me stesso, smembrato, una volta ancora. D'improvviso una voce,  più calda del cremisi  della bocca che la soffiava:  mi scosse, mi braccò. Suadente e poi fragore, indecente mi feriva le labbra. Perché anche la Spina che s'addentri al petto sa far dei brividi il dono, e allora io grido: pazzia sia, se è questo il canto! Attonita. Perché è meraviglia quanto nulla sia cambiato allorquando Quel che suggeva un dì, stanotte, ancor beveva. Stremato e impavido la richiamavo a terra perché ella di me facesse strazio e poi grida e poi sole e poi luna e poi il nulla men che Due. E volata via poi, lungo un fianco incisa, scarlatta, la sua preghiera. [ Post Scriptum ]     Ci sono momenti in cui una sensazione, un palpito improvviso, suggeriscono di fermarsi ed ascoltare l'eco delle tante domande che sollevandosi s'annidano.    Allora ti volti, e guardi... E ti rendi conto che le risposte, talvolta, non necessitano affa

Me, e non te: un altro ossimoro

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Sempre e mai . Due parole. Due avverbi. Stessa razza e, purtuttavia, agli antipodi. Uno ti riempie la bocca, l'altro te la svuota. Accoppiati originano un ossimoro. Insieme sono quel qualcosa che non passa inosservato. Come vicino e lontano . Ogni giorno ti vedo. Ogni giorno mi parli. Parliamo. Eppure, non siamo mai stati così vicini e indipendenti . Ho detto indipendenti, non lontani. Altrimenti saremmo stati un ossimoro. Saremmo stati qualcosa. Come lo eravamo da quel sempre che oggi mi svuota la bocca. Se ne avessi avuto contezza quando l'incendio somigliava a un barlume, avrei ingurgitato l'amore di ciascuno di quegli attimi infiniti . Ancora un ossimoro. Ancora qualcosa. Che c'era e non c'è. Come vicino e lontano . Come sempre e mai . Come me , e non te .

Il primo (pensiero), dopo l'alba

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Quello che del dì guizzava al palo or ora s'era cacciato d'un piè oltre il grigliato. Perché i bisbigli godessero in grida pure l'anime s'erano murati, e precetti infine dati. Ma poi piombarono il dolore, le incombenze e il folclore. Così il Tempo che vetusto  invecchia e stroppia, finì (ahimé!) per prillare la chiave nella toppa.

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