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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

"Hai paura?": quella, era la domanda

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A che serve girarci intorno: stavolta l'ho sentita.      Ed era la prima volta, benché fosse nell'aria: era già qualche mese che mi avvertivo  strano . Mia mamma mi diceva: non ti vedo bene in viso. Ma io non ci davo troppo peso, mi convinsi che fosse una condizione psico-fisica dovuta all'eccessivo stress, che non m'è mai mancato.     Quella notte non  erano più solo vibrazioni ovattate che orchestravano nella penombra. Quelle che, per inciso, s'annidano nel sospetto e ruotano in circolo mentre tu smarrito stai nel mezzo, ma che poi alla fine non senti mai: il petto s'acquieta e finisce là.      Ma non era nemmeno una campana, come s'erano affrettati ad avvisarmi: era piuttosto una voce menata dal vento e che soffiava di lontano. Un po' come quando sei lì che pesti la banchina e alle orecchie ti arriva il fischio del treno che ancora non vedi. C'è gente vicino, s'arrabatta, maneggia maniglie, concitata alza la voce, si bacia. Tuttavia, sei consc

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