Dita sparse

Dita sparse

 

Oggi ho veduto le nostra dita sciogliersi,
e i nostri passi farsi binario:
così vicini da adocchiarsi e,
purtuttavia,
così limpidi nell'efficace precludersi.

Mi viene da pensare a quando avevo sei anni: il primo giorno di scuola.
Era la prima volta che esperimentavo il sentimento del distacco dalla famiglia: all'asilo non c'ero mai stato.
La mia mamma mi diede un bacio nell'atrio, si sganciò dalla mia mano e mi spinse ad entrare in quella che tutti chiamavano aula e che, per cinque anni, avrebbe fatto la staffetta con casa mia.
Normale. Banale. Eppure, quello stato d'animo m'è così vivido, nonostante i quarant'anni passati. Nessun altro primo giorno di scuola, nemmeno quello della maturità, ha saputo insegnarmi meglio che, per quanto amore possa ruotarti attorno, ci sono viaggi che vanno avviati da soli.

Se mi chiedessero: Cosa ti manca, oggi?
Risponderei: Mi manca inciampare in te, oggi.

A domani, penseremo domani.

Commenti

  1. Presumo che il viaggio, persino quando è intrapreso in comitiva, rimanga un'esperienza individuale.
    Penso al più importante, quello che per tappa segna il quotidiano, la cui partenza, di solito, è stata in sala parto: qualunque premura o assistenza di altri, non ci ha esentato da una condizione di apnea, quindi di pianto e dal dover replicare lo stesso copione molte altre prime volte.
    Si nasce soli e si muore soli, ma il segmento che è nel mezzo ricusa la monorotaia e predilige il binario, talmente logico nella sua incoerenza da ammettere che una vicinanza non basta a raggiungersi e a riconoscere in questo un pregio perchè se le rotaie fossero incidenti finirebbe il viaggio.
    Il mio (A)bbraccio (S)incero, (A)micheTTo mio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nella realtà dei fatti è proprio così, come lo descrivi (T)u e come l'ho descritto io.

      Il fatto è che, oltre ad essere un viandante, sono anche un sognatore: mi piace esserlo. Mi aiuta a strizzare la spugna anziché gettarla. Anche nel mio sogno ci sono quei due binari e ognuno viaggia parallelamente sul suo. Ma il braccio sinistro dell'uno è teso verso il destro dell'altra. Le dita si cercano, si toccano: non sono DITA SPARSE.

      (T)i (A)bbraccio forte, (A)micheTTa mia.

      Elimina

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