La storia la fanno i personaggi.
Interpreti d'un mondo opaco confinato in una bolla.
Io sono quello che rompe quella bolla: perché il loro mondo si mesca al nostro, fatto di colori, amori, e pistolettate fumanti.
Il sonetto più combattuto di Petrarca è il 134 del Canzoniere: Pace non trovo et non ò da far guerra. Francesco è stremato, come morto, e il suo carnefice è l'Amore, personificato, che non lo uccide, nè lo vuole vivo, nè lo trae d'impaccio. È così crudele che lo fa soffrire con una tecnica di combattimento improbabile e auspicabile in guerra: costringendolo ad amare. Adesso penso al (T)uo campo di battaglia, (A)micheTTo mio, e al fatto che tra i caduti c'è l'amore. Forse, aveva ragione Bertrand Russel quando diceva che la guerra non stabilisce chi ha ragione, ma solo chi sopravvive. Se solo lo sapessero le reclute...
Tra il Petrarca e il Petracco, il terzo gode. Ma non è l'amore! ;-)
(T)i dico qualcosa in più, (A)micheTTa mia. Il mio è un aforisma che tenta di illuminare una situazione non infrequente nella coppia, in generale. Tra due persone innamorate, per me, l'amore individua tre figure: i due individui e il sentimento d'amore che li lega. È un po' come se ci fossero tre componenti, ognuno etichettati con lo stesso nome di "amore". Quando, a forza di litigi, ci si fa la "guerra" sistematicamente e a lungo, si può incappare nella circostanza in cui ci si fa così tanto del male che uno (o più d'uno) di ciò che chiamiamo "amore" sia così distrutto da percepirsi morto. A quel punto, non ci sarà più nessuno da "combattere".
Grazie a Dio, non è la regola. Ma esiste: l'amore, allorquando sfinito, stramazza.
Leggendoti, ho pensato all'amore Trinitario, a riprova del fatto che un triangolo amoroso (la coppia e l'amore) possa essere tutt'altro che una minaccia e che costituisca unità.
Se calcoliamo l'area del triangolo che ha per lati l'uno, l'altra e l'amore, otteniamo la Superficie dell'amore: è lì ch'è edificata (C)aseTTa. Prova a immaginartela, lì, tra il baricentro e l'ortocentro...
Tutto inizia. Il meglio finisce: perché mai diventi il peggio. [ Post Scriptum ] La riflessione di cui sopra prende spunto da certi rapporti sentimentali. Rapporti ove la passione e globalmente l'amore sembrano destinati all'immortalità. Tuttavia, talvolta, anche quei rapporti che parevano indissolubili, speciali, sono destinati a finire. Il tempo logora . Il tempo sa come rendere l'impossibile, plausibile. E quando la passione è stata travolgente, parimenti, anche la fine può confluire in azioni contrastanti, esasperate... Ci si vomita addosso di tutto, specie quando una delle parti è ancora fortemente innamorata e, destabilizzata, si vede cadere il mondo addosso. Ecco, quando un rapporto è stato davvero importante, credo che la mossa più ragionevole sia quella di proteggerne la memoria e scovare la forza, in qualche modo, di fermarsi un attimo prima: Perché mai (ciò che a un tempo fu il meglio) diventi il peggio .
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Il film maledetto di Federico Fellini Questa è la storia di un film. Ma non uno qualunque. Uno con budget da capogiro e attori in lizza per il ruolo di protagonista del calibro di Mastroianni, Peck, McQueen, Newman e Tognazzi. La direzione dei lavori? Affidata al più blasonato dei registi in circolazione, con tre statuette hollywoodiane (saranno cinque, a fine carriera) a cui delegare le presentazioni. Questa è la storia di un film ove si intrecciano la realtà e il peccato, la depressione, la morte e l'aldilà, la superstizione, ma soprattutto il sogno, che brucando oltre la mente si fa incubo. Cominciamo il racconto da una località balneare, da una abitazione e da un uomo azzimato che siede in veranda. La località è Fregene, dove l'uomo si è trasferito da poco assieme alla moglie; prima vivevano a Roma, in un attico di lusso al quartiere Parioli: civico 141 di via Archimede. L'uomo seduto in veranda non è solo azzimato, ma è pure robusto e con la capigliatura folta petti
Sincronicità A ventun anni facevo lo studente, mangiavo pizza cinque giorni su sette e vivevo in un buco da quattrocentoottantaquattromila lire al mese; nella zona est della città. Ricordate la réclame delle caramelle Polo? Si chiudeva con una voce maschile, imperturbabile, che declamava un artico editto: Polo, il buco con la menta intorno . Ecco, il mio buco era simile, solo che intorno, invece della menta, c’erano palazzi abitati da pupazzi, che non vedevo mai. Sapevo ch’erano gremiti di gente, lo testimoniavano pure le antenne che, a bizzeffe, spuntavano fitte fitte sopra i tetti. Ma per me erano costruzioni fantasma. Tutti conoscevano tutti, ma io non conoscevo nessuno, se escludiamo i malcapitati che fluttuavano attorno (e dentro) al mio stesso residence. Residenza in cui vissi due anni e, a parte qualche piacevole fuoriprogramma, il bilancio fu decisamente negativo. Vi racconto solo com’è che me ne andai, di punto in bianco. Quella che presi in affitto, o
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Il sonetto più combattuto di Petrarca è il 134 del Canzoniere: Pace non trovo et non ò da far guerra. Francesco è stremato, come morto, e il suo carnefice è l'Amore, personificato, che non lo uccide, nè lo vuole vivo, nè lo trae d'impaccio. È così crudele che lo fa soffrire con una tecnica di combattimento improbabile e auspicabile in guerra: costringendolo ad amare.
RispondiEliminaAdesso penso al (T)uo campo di battaglia, (A)micheTTo mio, e al fatto che tra i caduti c'è l'amore. Forse, aveva ragione Bertrand Russel quando diceva che la guerra non stabilisce chi ha ragione, ma solo chi sopravvive.
Se solo lo sapessero le reclute...
Tra il Petrarca e il Petracco, il terzo gode. Ma non è l'amore! ;-)
RispondiElimina(T)i dico qualcosa in più, (A)micheTTa mia.
Il mio è un aforisma che tenta di illuminare una situazione non infrequente nella coppia, in generale. Tra due persone innamorate, per me, l'amore individua tre figure: i due individui e il sentimento d'amore che li lega. È un po' come se ci fossero tre componenti, ognuno etichettati con lo stesso nome di "amore". Quando, a forza di litigi, ci si fa la "guerra" sistematicamente e a lungo, si può incappare nella circostanza in cui ci si fa così tanto del male che uno (o più d'uno) di ciò che chiamiamo "amore" sia così distrutto da percepirsi morto. A quel punto, non ci sarà più nessuno da "combattere".
Grazie a Dio, non è la regola. Ma esiste: l'amore, allorquando sfinito, stramazza.
Leggendoti, ho pensato all'amore Trinitario, a riprova del fatto che un triangolo amoroso (la coppia e l'amore) possa essere tutt'altro che una minaccia e che costituisca unità.
EliminaSe calcoliamo l'area del triangolo che ha per lati l'uno, l'altra e l'amore, otteniamo la Superficie dell'amore: è lì ch'è edificata (C)aseTTa.
EliminaProva a immaginartela, lì, tra il baricentro e l'ortocentro...