La storia la fanno i personaggi.
Interpreti d'un mondo opaco confinato in una bolla.
Io sono quello che rompe quella bolla: perché il loro mondo si mesca al nostro, fatto di colori, amori, e pistolettate fumanti.
Come in tutti i componimenti ermetici, il titolo dirime ogni dubbio che l'ambiguità dell'equivoco subdolamente bisbiglia all'orecchio. In questo frangente, poi, con tanto di ramazza, lo spazza proprio via! ;) Già. Perchè "scopa" è una parola molto versatile, per cui potresti pulire, godere e perdere a carte nello stesso momento. Sei (M)itico, (A)micheTTo mio!
Ah, be', ramazzare è un'arte, (A)micheTTa mia! Lo dice pure il titolo! In certe occasioni, solo in certe, mi piace far di "provocazion virtù", dici che ci sono riuscito? ;-) ;-) La metafora della scopa mi ha fatto tornare alla mente una pubblicità di tanti anni fa. Chissà se la ricordi... Erano due le scope che andavano tanto: Pippo e Tommaso. Tant'è che nelle parodie si domandava: Signora, ma lei con chi scopa? Con Pippo o con Tommaso? ;-) ;-) Ti lascio lo spot della Tommaso: https://www.youtube.com/watch?v=Z5yWhCaAumI
(T)i auguro una splendida e proficua... (R)amazzata... ;-)
Tutto inizia. Il meglio finisce: perché mai diventi il peggio. [ Post Scriptum ] La riflessione di cui sopra prende spunto da certi rapporti sentimentali. Rapporti ove la passione e globalmente l'amore sembrano destinati all'immortalità. Tuttavia, talvolta, anche quei rapporti che parevano indissolubili, speciali, sono destinati a finire. Il tempo logora . Il tempo sa come rendere l'impossibile, plausibile. E quando la passione è stata travolgente, parimenti, anche la fine può confluire in azioni contrastanti, esasperate... Ci si vomita addosso di tutto, specie quando una delle parti è ancora fortemente innamorata e, destabilizzata, si vede cadere il mondo addosso. Ecco, quando un rapporto è stato davvero importante, credo che la mossa più ragionevole sia quella di proteggerne la memoria e scovare la forza, in qualche modo, di fermarsi un attimo prima: Perché mai (ciò che a un tempo fu il meglio) diventi il peggio .
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Questa è la storia di un film. Ma non uno qualunque. Uno con budget da capogiro e attori in lizza per il ruolo di protagonista del calibro di Mastroianni, Peck, McQueen, Newman e Tognazzi. La direzione dei lavori? Affidata al più blasonato dei registi in circolazione, con tre statuette hollywoodiane (saranno cinque, a fine carriera) a cui delegare le presentazioni. Questa è la storia di un film ove si intrecciano la realtà e il peccato, la depressione, la morte e l'aldilà, la superstizione, ma soprattutto il sogno, che brucando oltre la mente si fa incubo. Cominciamo il racconto da una località balneare, da una abitazione e da un uomo azzimato che siede in veranda. La località è Fregene, dove l'uomo si è trasferito da poco assieme alla moglie; prima vivevano a Roma, in un attico di lusso al quartiere Parioli: civico 141 di via Archimede. L'uomo seduto in veranda non è solo azzimato, ma è pure robusto e con la capigliatura folta pettinata all'indietro. I lineamenti de
A ventun anni facevo lo studente, mangiavo pizza cinque giorni su sette e vivevo in un buco da quattrocentoottantaquattromila lire al mese; nella zona est della città. Ricordate la réclame delle caramelle Polo? Si chiudeva con una voce maschile, imperturbabile, che declamava un artico editto: Polo, il buco con la menta intorno . Ecco, il mio buco era simile, solo che intorno, invece della menta, c’erano palazzi abitati da pupazzi, che non vedevo mai. Sapevo ch’erano gremiti di gente, lo testimoniavano pure le antenne che, a bizzeffe, spuntavano fitte fitte sopra i tetti. Ma per me erano costruzioni fantasma. Tutti conoscevano tutti, ma io non conoscevo nessuno, se escludiamo i malcapitati che fluttuavano attorno (e dentro) al mio stesso residence. Residenza in cui vissi due anni e, a parte qualche piacevole fuoriprogramma, il bilancio fu decisamente negativo. Vi racconto solo com’è che me ne andai, di punto in bianco. Quella che presi in affitto, o meglio, quell
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Come in tutti i componimenti ermetici, il titolo dirime ogni dubbio che l'ambiguità dell'equivoco subdolamente bisbiglia all'orecchio.
RispondiEliminaIn questo frangente, poi, con tanto di ramazza, lo spazza proprio via! ;)
Già. Perchè "scopa" è una parola molto versatile, per cui potresti pulire, godere e perdere a carte nello stesso momento.
Sei (M)itico, (A)micheTTo mio!
Ah, be', ramazzare è un'arte, (A)micheTTa mia! Lo dice pure il titolo!
EliminaIn certe occasioni, solo in certe, mi piace far di "provocazion virtù", dici che ci sono riuscito? ;-) ;-)
La metafora della scopa mi ha fatto tornare alla mente una pubblicità di tanti anni fa. Chissà se la ricordi...
Erano due le scope che andavano tanto: Pippo e Tommaso. Tant'è che nelle parodie si domandava: Signora, ma lei con chi scopa? Con Pippo o con Tommaso? ;-) ;-)
Ti lascio lo spot della Tommaso:
https://www.youtube.com/watch?v=Z5yWhCaAumI
(T)i auguro una splendida e proficua... (R)amazzata... ;-)