La storia la fanno i personaggi.
Interpreti d'un mondo opaco confinato in una bolla.
Io sono quello che rompe quella bolla: perché il loro mondo si mesca al nostro, fatto di colori, amori, e pistolettate fumanti.
Certe volte è tutto molto più semplice e il senso è annegato nell'ignoranza. Ecco che uno ch'è solo afflitto da superbia finisce per professarsi anarchico, e anticonformista. Ce n'è tanta di gente che parla. Talvolta a vanvera, talvolta a sproposito...
C'è una chicca di Oscar Wilde che cade a fagiolo: "Amo molto parlare di niente. È l'unico argomento di cui so tutto". Chi parla a vanvera orchestra, neanche troppo magistralmente, un'anarchia di parole. Lo fa il superbo nei suoi proclami, quando tesse un auto-elogio in cui molto è millantato. D'altronde chi vanta di avere un po' troppi pregi, senz'altro sta arrotondando qualche difetto. Ti (A)bbraccio, (A)micheTTo mio, augurandoti un sabato proficuo:heart:️
Chi sono io? L'uomo dei difetti? Quindi? Quindi, laddove detenessi per qualche oscuro motivo un panetto di pregi, lo nasconderei per bene in un posticino inaccessibile.😎 Tuttavia, il panetto che (P)referisco è quello di burro... 🙈💋🍑
(G)razie, (A)micheTTa (P)ulcina... (S)plendido inizio di settimana!
Tutto inizia. Il meglio finisce: perché mai diventi il peggio. [ Post Scriptum ] La riflessione di cui sopra prende spunto da certi rapporti sentimentali. Rapporti ove la passione e globalmente l'amore sembrano destinati all'immortalità. Tuttavia, talvolta, anche quei rapporti che parevano indissolubili, speciali, sono destinati a finire. Il tempo logora . Il tempo sa come rendere l'impossibile, plausibile. E quando la passione è stata travolgente, parimenti, anche la fine può confluire in azioni contrastanti, esasperate... Ci si vomita addosso di tutto, specie quando una delle parti è ancora fortemente innamorata e, destabilizzata, si vede cadere il mondo addosso. Ecco, quando un rapporto è stato davvero importante, credo che la mossa più ragionevole sia quella di proteggerne la memoria e scovare la forza, in qualche modo, di fermarsi un attimo prima: Perché mai (ciò che a un tempo fu il meglio) diventi il peggio .
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Questa è la storia di un film. Ma non uno qualunque. Uno con budget da capogiro e attori in lizza per il ruolo di protagonista del calibro di Mastroianni, Peck, McQueen, Newman e Tognazzi. La direzione dei lavori? Affidata al più blasonato dei registi in circolazione, con tre statuette hollywoodiane (saranno cinque, a fine carriera) a cui delegare le presentazioni. Questa è la storia di un film ove si intrecciano la realtà e il peccato, la depressione, la morte e l'aldilà, la superstizione, ma soprattutto il sogno, che brucando oltre la mente si fa incubo. Cominciamo il racconto da una località balneare, da una abitazione e da un uomo azzimato che siede in veranda. La località è Fregene, dove l'uomo si è trasferito da poco assieme alla moglie; prima vivevano a Roma, in un attico di lusso al quartiere Parioli: civico 141 di via Archimede. L'uomo seduto in veranda non è solo azzimato, ma è pure robusto e con la capigliatura folta pettinata all'indietro. I lineamenti de
A ventun anni facevo lo studente, mangiavo pizza cinque giorni su sette e vivevo in un buco da quattrocentoottantaquattromila lire al mese; nella zona est della città. Ricordate la réclame delle caramelle Polo? Si chiudeva con una voce maschile, imperturbabile, che declamava un artico editto: Polo, il buco con la menta intorno . Ecco, il mio buco era simile, solo che intorno, invece della menta, c’erano palazzi abitati da pupazzi, che non vedevo mai. Sapevo ch’erano gremiti di gente, lo testimoniavano pure le antenne che, a bizzeffe, spuntavano fitte fitte sopra i tetti. Ma per me erano costruzioni fantasma. Tutti conoscevano tutti, ma io non conoscevo nessuno, se escludiamo i malcapitati che fluttuavano attorno (e dentro) al mio stesso residence. Residenza in cui vissi due anni e, a parte qualche piacevole fuoriprogramma, il bilancio fu decisamente negativo. Vi racconto solo com’è che me ne andai, di punto in bianco. Quella che presi in affitto, o meglio, quell
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Quel tipo imbroglia se stesso, perché l'anarchia è una corrente di pensiero, la superbia un difetto della personalità.
RispondiEliminaCerte volte è tutto molto più semplice e il senso è annegato nell'ignoranza. Ecco che uno ch'è solo afflitto da superbia finisce per professarsi anarchico, e anticonformista.
EliminaCe n'è tanta di gente che parla. Talvolta a vanvera, talvolta a sproposito...
Ti ringrazio, caro Gus.
Sereno fine settimana.
C'è una chicca di Oscar Wilde che cade a fagiolo: "Amo molto parlare di niente. È l'unico argomento di cui so tutto".
RispondiEliminaChi parla a vanvera orchestra, neanche troppo magistralmente, un'anarchia di parole. Lo fa il superbo nei suoi proclami, quando tesse un auto-elogio in cui molto è millantato.
D'altronde chi vanta di avere un po' troppi pregi, senz'altro sta arrotondando qualche difetto.
Ti (A)bbraccio, (A)micheTTo mio, augurandoti un sabato proficuo:heart:️
Chi sono io?
EliminaL'uomo dei difetti? Quindi? Quindi, laddove detenessi per qualche oscuro motivo un panetto di pregi, lo nasconderei per bene in un posticino inaccessibile.😎
Tuttavia, il panetto che (P)referisco è quello di burro... 🙈💋🍑
(G)razie, (A)micheTTa (P)ulcina... (S)plendido inizio di settimana!