Lettera dal futuro



Avrei voluto saper suonare,
perché i miei silenzi
si spiegassero in melodia.

Avrei voluto dirti quello che fa male,
perché il punto e l'accapo
non è affatto detto che vivano sotto lo stesso tetto.

Avrei voluto raccontarti del perché
io non cantassi, benché avessi polmoni
che tu riempivi d'ossigeno.

Avrei voluto non sapere quello che so,
perché la consapevolezza è prima fendente,
poi dolore.

Avrei voluto non avere paura,
perché a morire sì, si fa sempre in tempo,
ma non due volte.

Avrei voluto la premonizione
d'un abbraccio,
piuttosto che la certezza d'una punizione.

Avrei voluto che quel giorno
non fosse mai arrivato,
perché il paradiso non m'andava stretto.

Avrei voluto dissolvermi,
perché sparire fa meno male
d'un abbandono.

Avrei voluto smettere di pregare,
perché le mie non vengono mai esaudite,
ma so fare solo quello.

Avrei voluto quello che non posso più avere:
un'altra vita, e poi tornare a questa,
che solo oggi ho imparato a vivere.

Commenti

  1. Carissimo zio doc pregiatissimo, complimenti di vero cuore e se non ti dispiace, ti vorrei chiedere se posso rubarti l'ultima frase che ovviamente specifichero la fonte

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    1. Pregiatissimo nipote... Certo che puoi! Fai tue parole e periodi, tutto ciò in cui pensi di riconoscerti. Sto a casa con una mezza influenza, e gli occhi gocciolanti, come da sempre sai...

      Mi domando come tu abbia fatto a leggermi così velocemente: l'ho appena pubblicata!

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    2. Zietto carissimo, io sono da sempre un tuo noto fan nonché sbirciatore e quant altro. Verrò a trovarti nel fine settimana e ti porterò una tisana che produco io, è un toccasana per l'influenza

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    3. Bravo, così dopo la tisana ci facciamo pure uno Strappabudella...

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    4. E magari anche 2 spaghetti allo scoglio di quelli che sai fare solo tu

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    5. Grazie pregiatissimo zio doc, proposito, stai meglio? Qui mi chiedono se sono un robot prima di pubblicare, proprio ame che sono tuo nipote

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    6. Oggi sto meglio, gli occhi lacrimano molto meno e il raffreddore è diminuito. Penso che domani andrò in ufficio.
      Pensano che tu sia un Robot perché sanno che hai fatto studi cibernetici...

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    7. Lo so che mi sminuiscono ed io gongolo di più. Ad ogni modo sabato sarò li a fianco a te zio caro
      P. S. La bionda mi ha riferito che copiera la fonte. La Tua

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    8. C'è poco da fidarsi delle bionde! A meno che non siano finte... ;-) ;-)
      Nipote caro, ti aspetto a braccia aperte e davanti alla spaghettata e al Petit Manseng, parleremo della più blasonata cibernetica...

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    9. Zio pregiatissimo, devo dire che gli spaghetti come li cucini tu non li ho mai mangiati neanche nei ristoranti stellati.
      P. S. Mah, io non mi intendo molto di bionde zio carissimo :-)

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    10. Nipotino mio... Nonostante gli anni che ci separano, devo constatare che il tuo palato è tipo sopraffino: si vede che ti ho abituato bene. Vini da meditazione, Mazzancolle, Ostriche della Normandia, Pistacchi di Bronte, Pinoli di Pisa e Cinghiali di Bassiano...
      Domenica ti preparerò un'Amatriciana senza rivali, sii puntale...

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    11. Zio pregiatissimo, con le mazzancolle mi rubi anche l anima. Sarò da te prima del previsto, per l'amatriciana ci devo pensare

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    12. Sbrigati, che ho il sugo sul fuoco da due ore...

      PS: lascia stare le bionde, hanno sempre un diavolo per capello! ;-) ;-)

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    13. Purtroppo la mia permanenza da re è stata breve ma intensa, il sugo che hai cucinato era sublime zio carissimo. Mah, le bionde lasciano sempre un impronta sia nel bene che nel male :-)

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    14. Ah, le bionde... Potrei argomentare per ore, ma poi ci troveremo in disaccordo sul vino da mettere a tavola, sulla tavoletta del water, sul dentifricio rimasto sul lavandino... ;-) ;-)

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  2. Mi sembra che volevi varie tante cose, ma poi hai conosciuto l'amore e ti sei fermato ai profumi vaginali.

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    1. Caro, Gus... In questa riflessione io mi pongo in un preciso istante nel futuro: nel momento esatto in cui avviene un fatto, una rivelazione che potrebbe spazzare via ogni magica bellezza.
      E mi guardo indietro...
      Certe volte (e per più motivi) il coraggio di parlare può venire meno, ad esempio per il timore tangibile di perdere tutto. E fa breccia il desiderio utopico di essere letti e compresi pure nell'oscurità di certi silenzi...

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  3. Il condizionale passato è il tempo del capolinea, (A)micheTTo mio.
    Spesso la delusione procurata dalle sofferenze che, accumulate,  arruginiscono dentro, sembra anticipare il fine corsa quando siamo ancora in viaggio.
    (T)u avresti voluto quando era sacrosanto volere e quel che conta è proprio che (T)u (V)oglia ciò che, finchè sei passeggero, il domani in modo inaspettato, può ancora riservarti.
    (T)i (A)bbraccio con (C)ertezza...

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    1. Quante cose avremmo voluto, (A)micheTTa mia... 😌
      Ma hai ragione (T)u, non bisogna mai aprire la portiera quando l'auto è ancora in corsa.
      Il fatto è che, troppo spesso, purtroppo, mi ritrovo a pensare a ciò che di fondamentale riconosco oggi come una mancanza. Stamane stavo sistemando la casa per la cena di domani sera e mi sono capitati sotto mano dei fascicoli di un'enciclopedia (di Elettronica per ragazzi) che avevo messo insieme da giovane adulto (24 anni): non sarebbe stata per me, ma per chi, col mio amore, sarebbe nato.
      Com'è andata lo sai...
      Oggi è così, domani sarà un bel giorno.

      (T)i (A)bbraccio forte, e (T)i (C)arezzo le tempie...

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