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Il buon giorno NON si vede dal mattino

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M'ero alzato sereno. Poi un tintinnio. La raccolgo: decido di lanciarla in aria... Esce croce.

Dall'alto vedi il mondo. Dal basso vedi il tuo, di mondo.

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Dall'alto vedi il mondo. Dal basso vedi il tuo, di mondo Ho sempre sceso le scale di corsa.  Le ho sempre vedute come l'ostacolo ultimo tra il mio mondo e quello degli altri.  Un ostacolo blando, da lasciarsi alla spalle il prima possibile e con la frenesia di chi alla stazione è sempre in ritardo.    Stamane, no.  Ho percorso i gradini con la velocità dell'uomo, che dalla strada, non s'aspetta nulla di buono: e per questo la rimanda.    Per la prima volta ho ricavato del tempo da dedicare alla riflessione in quel luogo che, da sempre,  avevo destinato al transito, alla zona franca, al canticchiar senza pretese.     Dall'alto impèri su scorci, formiche e teste. Tuttavia, ciò che realmente vedi, è il mucchio: non le differenze né i dettagli.     Dal basso vedi ciò che t'accade intorno e ti rendi davvero conto della piccola grande verità: quando tu stai fermo, qualsiasi sia il tuo stato d'animo, il mondo intorno...

Qualcuno ha detto: hanno scelto il loro. Io dico: hanno scelto male.

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Hanno scelto il loro? Hanno scelto male Ho smesso di capire la gente. O per lo meno, ho messo di volerlo fare: è diventato quasi un lavoro. Troppo complesso. Anche per me. C'è chi entra dalla porta grande, dove si passa solo se muniti di un buon motivo ovvero di una buona vocale, maiuscola e tra parentesi. Poi finisce che vai in bagno, ti fai la barba, due botte di Brut 33  ( più raro che tuo ) e nel frattempo, qualcuno s’accorge d’aver smarrito le sigarette, ed  esce... Tuttavia, com'è notorio, i tabaccai sei mesi l’anno abbassano la saracinesca,  e  arriva l’autunno... Allorquando lo scaltro pellegrino, del vizio ormai pago, del vecchio uscio ritrova la via.  Ma non rinsavito, e mancando, stavolta, del buon motivo , è costretto dall’orgoglio al piccolo pertugio, allo spioncino...  Non più il fascino e l'emozione della diretta, solo la passività della differita. Se solo avesse osato... Magari...  Magari avrei anche stappato il Be...

Questa, è la mia

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Difficoltà mi colse quando spaiato volli, col verbo, plasmare l'ancestrale legame, tra l'uomo normale e la virtude della sua Musa immortale. Inebriante è il profumo, ansante è il respiro, di tanti momenti è il mio taccuino. Funesta la sete mai paga la fonte . Tra i fuscelli, rovente, la via mi confonde. Allorché dotto in pazzia, borioso sentenzio:  Questa , è la mia. [Post Scriptum] Tempo di ricordi... Mi fa piacere riproporre una riflessione in versi che scrissi parecchi anni or sono dedicandola ad una importante donna della mia vita. Mi accorsi solo poi che in realtà, ella, non li comprese mai fino in fondo. Ma che importa - mi dissi. Era così appagante vederla lusingata, felice, e con quel sorrisetto a metà strada tra l'ingenuo e il malizioso...  In fin dei conti, anche io, tante sue manie non le avevo capite. E vedendo poi come è andata, probabilmente, non le capirò mai.

Non più rosso fu il colore: oro-caldo è la passione

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Oro-Caldo è la passione Serafica, s'addormentò al mio petto. Allorquando, d'improvviso, percepii una stretta che più d'un abbraccio m'avvolgeva. Era calda come il desiderio che rovente,  tra i fuscelli, le s'annidava. Preziosa come l' oro , che riflettente, di rimando, m'incendiò. M. ( L'uomo dei difetti... )

L'ultimo viaggio della mia Piccola Luce.

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Luce, a 16 anni, una settimana prima di volare via. C iao piccola L uce, ti scrivo queste poche righe perché ne ho bisogno. Perché piangere davanti a questo schermo fa meno male che fissando il soffitto. Perché se sto qui mi tengo lontano dal balcone che dà  sul campo incolto sotto casa. Ma a che serve? Io ti vedo lo stesso. Lì in mezzo a scodinzolare, felice, perché sapevi che al ritorno ti avrebbe aspettato lo stecchino al salmone. Il tuo preferito. Come ogni mattina, come ogni sera. Come ieri mattina. Come mai più.      Era così bello vederti con le zampette diritte puntate a terra, la coda che spazzava lenta da una parte all'altra e il musetto che oscillava come un pendolo: << mmmh >>, mi facevi. Poi la coda accelerava  e di nuovo il tuo << mmmh! >>.   E così mi veniva da ridere mentre mi si stringeva il cuore, e alla fine, di stecchini te ne davo sempre due. E tutta contenta te ne tornavi sul cuscinone, quello sotto...

IL MIO CAMINO

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Il mio camino Non ha occhi un camino. Eppure, quante volte ha veduto l'ingenua timidezza costituirsi al cospetto del desiderio. Non ha orecchie un camino. Eppure, quante volte ha udito i gemiti dell'inconfessabile. Bagnavo le labbra, chiudevo gli occhi,  e fondendo i sensi penetravo quei sogni che, seppur affannosamente desiderati, la notte, non mi portava in dono. Se solo il mio camino... Non ha memoria un camino. M. ( L'uomo dei difetti... )

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