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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

Il Giovane Holden di J.D. SALINGER (PARTE 1/3) - (The Catcher in the Rye) - 1951

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Oggi, sotto la lente, piazzo un capolavoro della letteratura americana. Un romanzo di formazione che ha venduto più di sessantacinque milioni di copie e che, a distanza di quasi settantacinque anni, continua a vendere migliaia di esemplari in tutti i continenti: Il Giovane Holden . Il titolo originale dell’opera è The Catcher in the Rye : un titolo, commercialmente parlando , intraducibile in italiano. Tuttavia, le motivazioni alla base di questa scelta di adattamento sono, a mio avviso, interessanti, sicché ne parlerò con una certa accuratezza nel secondo articolo di questa serie in tre parti. Il giovane Holden ha avuto un impatto significativo su diverse generazioni di lettori, consolidandosi come un pilastro della letteratura adolescenziale americana. La sua fama si intreccia indissolubilmente con la vita del suo autore, J.D. Salinger, di cui parlerò nell’articolo a lui dedicato. Il libro ha acquisito una fama controversa a seguito della sua presunta influenza su alcuni atti di fero

Buona la prima (Longevità della parola)

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  Ho passato anni a far combaciare il nero col grigio, il bianco col beige e a impilare prismi in gole cerchiate. Poi, ho capito che l'unica certezza nel più ingovernabile dei sentimenti è proprio l'incertezza nella stabilità dell'amalgama. Due teste. Due strumenti. Nessun direttore. Io non ti cerco, non ti so cercare. Nondimeno vorrei, con forza gagliarda, che tu esistessi. Ché io possa esperimentare, e alfine credere, che per i disegni c'è la matita, e per i patti l'inchiostro.

La forma dell'amore

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La forma dell'amore (racconto breve) Quand’ero un giovinetto, a scuola, l’insegnante di lettere era aduso ad assegnare dei compiti sotto forma di giochi. Una volta ci disse: «Pensate di avere davanti una grossa cesta, diciamo pure un grosso paniere non trasparente, con all’interno una miriade di oggetti. Adesso immaginate che l’ amore sia un oggetto. Infilando la mano dentro, come lo riconoscereste?» La risposta andava argomentata per iscritto. Così, dopo il brusio iniziale e il parapiglia dovuto alla novità, ognuno si mise a formalizzare le proprie idee e ragioni. Trascorsa una mezz’ora abbondante, ci invitò ad alzarci in piedi, uno alla volta, e leggere ad alta voce quanto avevamo elaborato. Venne fuori di tutto.  C’era chi non aveva scritto nemmeno uno straccio di riga appellandosi al fatto che l’amore, essendo astratto, non si sarebbe potuto in alcun modo infilare in una cesta. C’era chi asseriva che la faccenda fosse fin troppo banale poiché lo sapevano tutti che l’amore

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