Una punta d'azzardo

 

Una punta d'azzardo

Lamentose, le pagine frusciavano nivee.
Con una punta d'azzardo, negoziavo invano la grazia
di far ritorno a quello che eravamo, 
o a qualcosa che gli somigliasse.
Intimità, nomenclatura: a me mancava tutto.


Oggi mi guardo e vedo solo il mio egoismo.
(Cosa offro per meritare ciò ch'è solo degli innamorati?)
Membra, a poco a poco, più malconce.
Lo giurano i referti, che manderei affanculo,
ma è così difficile coi numeri, con le misure.

Perché invocare il fato, se il mio cuore è condannato al sospiro?
Ed è ciò che mi concedo.
Ma senza spocchia, ché so che presto verrà meno pure quello.
Sospirare di conoscere cosa di quel me sia rimasto,
innanzi ad occhi che, come i miei,
più non sanno guardarmi.

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