Sono abituato agli abbagli
Sono abituato agli abbagli.
Alla mia età dovrei, tutto sommato, averci fatto il callo.
Ed è così, in un certo senso.
Tuttavia, c'è ancora una porzioncina che m'appartiene, quella che tradisce l'avvedutezza a favore della pancia, che tutt'ora sbalordita s'inalbera.
T'affanni alla ricerca delle mele più belle, perché ciò che è importante merita il tuo tempo, fosse anche l'ultimo. E t'accorgi che una volta a casa, svuotato il cesto, il premio si risolve in un mero far di conto. In fondo, ti dici, quattro mele rosse o quattro mele gialle o quattro mele col lepidottero fanno sempre quatto mele per chi non respira il tuo affanno, non piange le tue lacrime, e non anela a guardare le tue spalle.
Sono abituato agli abbagli.
Per questo ho smesso di fare il cercatore, di mele, nel mucchio.
Adesso me le faccio comperare: al mercato, un tanto al chilo.