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Visualizzazione dei post da 2016

Tutto inizia. Il meglio finisce. Perché mai diventi il peggio.

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Tutto inizia. Il meglio finisce: perché mai diventi il peggio. [ Post Scriptum ] La riflessione di cui sopra prende spunto da certi rapporti sentimentali. Rapporti ove la passione e globalmente l'amore sembrano destinati all'immortalità.  Tuttavia, talvolta, anche quei rapporti che parevano indissolubili, speciali, sono destinati a finire. Il tempo logora . Il tempo sa come rendere l'impossibile, plausibile. E quando la passione è stata travolgente, parimenti, anche la fine può confluire in azioni contrastanti, esasperate... Ci si vomita addosso di tutto, specie quando una delle parti è ancora fortemente innamorata e, destabilizzata, si vede cadere il mondo addosso. Ecco, quando un rapporto è stato davvero importante, credo che la mossa più ragionevole sia quella di proteggerne la memoria e scovare la forza, in qualche modo, di fermarsi un attimo prima: Perché mai (ciò che a un tempo fu il meglio) diventi il peggio .

Il vecchio, e il ragazzino (Prologo de La notte del sesterzio)

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Il vecchio, e il ragazzino Latina, 5 novembre 2014 Al vecchio brillarono gli occhi.     Si fecero zuppi e il verde dell’iride parve striarsi d’azzurro, come il colore che alle volte prende il mare. Ed era sempre così, quando qualcosa o qualcuno gli riavvolgeva il nastro dei ricordi.    Se ne stava appollaiato a un margine del marciapiede quando il ragazzino gli porse il piccolo fagotto avana. Un mezzo toscano gli tremava fra le labbra secche, tagliuzzate. La schiena, ch’era arcuata, dondolava contro un lampione verde bosco scorticato da graffiti, e sulla cui sommità l’illuminazione vestiva le pieghe d’una coppia di caschi arrangiati schiena contro schiena, a mo’ di campanelle. Le stesse che, a un tempo, illuminavano le vetrine della Standa .    Eh, già… Perché una volta là c’era la Standa che occupava due piani del palazzo, mentre all’ultimo, ci abitava lui. Ma solo come pied-à-terre , perché lui, il vecchio, di appartamenti non ce ne aveva mica uno solo. Così come di

Cosa conta davvero?

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      Ci sono giorni in cui l'umore prende i colori del cielo .    Oggi è uno di quelli. Solitari. Malinconici. E malinconico, mi raffiguro.    E allora, guardi fuori...    La pioggia impatta contro le vetrate come raffiche di chiodi già spuntati, usati. Sai che pungono, ma anche che meno capaci penetrano.    La vedi sbattere violenta e poi arrendevole scivolare via.  << Buona cosa! >>, direbbe qualcuno. Dipende, dico io.    Io ho bisogno di botte forti, di lacerazioni che mi facciano vibrare perché uniche. Non sono per le raffiche blande. Sarà perché dopo aver provato l'accelerazione di gravità sulla Luna, quella sulla  Terra t'appesantisce . Mentre vorresti solo fluttuare. Perché certi voli non saprebbero proprio come poter essere per tutti e non si possono smettere come se mai avessero decollato.    E rivedi le tue giornate monche...    Avresti voluto abbandonare tutto. Uscire al gelo col vento di traverso a tagliarti la faccia, le labbra  e occhi a

L'ultimo Cavaliere.

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L'ultimo Cavaliere Allorquando il sentimento s'avvinse alla purezza  e il desiderio fu scevro dall'inganno,  quel cuore conobbe l'amore ed erudito divenne scrigno.  S'inchinò tra fremiti slacciati e languidi, e c alata la notte,  ella lo rese dotto.  Dalla gioia poi, il pianto.  M. (L'uomo dei difetti...)

L'uomo che non c'era.

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   Trova tre persone che la vedano come te. Se ti sarà riuscito di farlo in fretta, allora, esse, a loro volta, ne troveranno altre tre ciascuna che saranno d'accordo con te.    Prima del tramonto sarete già in tredici. E così, un ramo avanti l'altro, allorché del pollastro ne udirai il salmodiare. Prima che l'alba t'avrà intimorito gli occhi, una folla, tutt'intorno,  t'avrà già accerchiato.    E tutti la vedranno come te. Allorquando il granello divenne mucchio, il mucchio di te fece granello, e delle tue idee un fascio.    Non più l'uno sarà difforme dall'altro.    Quel giorno, tu sarai un uomo comune.  Ma se ti sarà riuscito difficile trovar anche un sol uno d'accordo con te...  Della tua veste scevro, discosto da quel mucchio, più nudo dell'amplesso che t'offusca, all'attività che è fendente, avrai dato vita.    Quel giorno, tu avrai cominciato a pensare. Quel giorno, avrai scelto il mito. M. ( L'uo

Il carbone, e la befana.

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Il carbone, e la Befana Ero solo un ragazzino...      Mi piaceva il carbone. Da morire. Quello dolce, a tocchi, che trovi nelle calze preconfezionate. O meglio, quello che trovavano i più fortunati. A me, non capitava mai. E questo mi dispiaceva, e non poco. Per i miei cuginetti, invece, era un appuntamento fisso. E quando non mi riusciva di rubarglielo, lo barattavo con qualche cianfrusaglia e lo assaggiavo per mano loro.      In famiglia facevo il discolo di proposito perché così m'avevano raccontare di fare. Eppure, niente. Non m'arrivava mai.      La mia sorellina, ch'era più grande di me, mi faceva:  << Il carbone sta dentro le calze piccole che si comperano alle bancarelle. A te la befana ha sempre portato la calza gigante piena zeppa di cose buone... Di che ti lamenti! >>      Sarà ... , mi dicevo. In effetti, a esser grande era grande, ma... Il carbone, neanche a pagarlo.      A distanza di anni, da buon viandante, ci ho voluto riprovare.     

Il Viandante, e il Sognatore.

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Il Viandante, e il Sognatore     Mi piace la dolcezza, e mi piace non doverlo nascondere.  Mi piacciono le persone affabili, e pulite.  Mi piacciono le persone che non si nascondano dietro un dito, che diventa una mano.  Mi piacciono le persone trasparenti, e non mi riferisco alla figura.  Mi piacciono le persone lontane dai riflettori, e dagli intrallazzi.  Mi piacciono le persone per le quali le parole non siano il frutto del solo calcolo combinatorio applicato all'insieme delle lettere dell'alfabeto.  Mi piacciono le persone che a labbra serrate sappiano come farti sentire unico, tra i tanti d'un mazzo.   Mi piacciono le persone che sappiano come lasciare il mondo fuori, e con un gesto, puro, e non rubato, sappiano trasformare le lacrime in stille di vita. Mi piacciono le persone che quando ti donano una porzione di sé, non ti ritrovi poi col retrogusto di qualcun altro in bocca.  Mi piacciono le persone che allorquando vinte dal desiderio di baciarti,

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