L'ultimo viaggio della mia Piccola Luce.

Luce, a 16 anni, una settimana prima di volare via.



Ciao piccola Luce,
ti scrivo queste poche righe perché ne ho bisogno.
Perché piangere davanti a questo schermo fa meno male che fissando il soffitto. Perché se sto qui mi tengo lontano dal balcone che dà  sul campo incolto sotto casa. Ma a che serve? Io ti vedo lo stesso. Lì in mezzo a scodinzolare, felice, perché sapevi che al ritorno ti avrebbe aspettato lo stecchino al salmone. Il tuo preferito. Come ogni mattina, come ogni sera. Come ieri mattina. Come mai più.
    Era così bello vederti con le zampette diritte puntate a terra, la coda che spazzava lenta da una parte all'altra e il musetto che oscillava come un pendolo: <<mmmh>>, mi facevi. Poi la coda accelerava e di nuovo il tuo <<mmmh!>>.  E così mi veniva da ridere mentre mi si stringeva il cuore, e alla fine, di stecchini te ne davo sempre due. E tutta contenta te ne tornavi sul cuscinone, quello sotto il tavolino della tv, quello in salotto. Porpora. Tuo.
    Quante volte sei venuta con me al lavoro… 
Qualche scherzo te l’ho fatto anch’io, sai? La mattina, dopo aver fatto i tuoi bisognini nel campo venivi davanti il portone dello studio, ch'era il nostro, e te ne stavi immobile sui gradini, buona buona, in attesa che io ti aprissi. Tu non lo sapevi, ma io ti guardavo attraverso la telecamera che dà sull’uscio ed eri bellissima quando ti scocciavi e schizzavi alta sulle zampette didietro, tentando, con quelle davanti, di arrivare a grattare il battente. Parevi proprio un cavallino, e come un cavallino rampavi. Non facevi altro che dormire. Ciononostante, bastava il minimo rumore perché tu abbaiassi a chiunque e non solo agli sconosciuti, come a voler per dire: <<Qui comando io! Se vuoi il mio padrone, devi piacere prima a me.>> Dunque un paio di giretti su te stessa come per ritrovare la giusta posizione, e te tornavi a ronfare sul morbido. Come una regina. Anzi: eri la regina. E lo sarai sempre perché il vuoto che oggi m’appartiene non l’avevo messo in conto.
    Pensavo che dopo aver provato la più terribile delle perdite, il dolore per aver perduto un animale fosse qualcosa di gran lunga meno intenso, di 
addirittura blando. E invece… Sono i ricordi a rendere lancinante un fendente o a far sì che certi lucciconi narrino gioia anziché dolore.
    Sei stata la prova che l’(A)more incondizionato esiste. E che prima di averti io ero uno stolto e non capivo l'entità dell’amore che altri nutrivano per gli animali e non capivo neanche perché piangessero, si disperassero, vedendoli star male. Tante cose non capivo. Io ero cieco. Ma oggi vedo.
    Ieri notte, insieme alle persone alle quali voglio davvero bene e che ti hanno vista nascere e amato anche da prima di me, ti abbiamo accompagnato verso l’ultimo tuo viaggio...

So che ti ritroverò un giorno.



Massimiliano

[Post Scriptum]
    La mia piccolina benché non più una ragazzina stava bene. Correva. Mi faceva impazzire e mi ha insegnato davvero tanto in termini sentimenti, di certi sentimenti, che anni or sono ignoravo. In cambio, le ho solo dato un tetto e cose buone da mangiare. Mi piaceva viziarla. Mi piaceva perché da piccina aveva sofferto tanto e per più di un motivo. L'ho voluta io perché mi rendesse un uomo migliore. Oggi mi accorgo anche più fragile. Per per certi versi.
   E' accaduto tutto troppo in fretta. Fino alla domenica immediatamente precedente schizzava come un razzo. Poi, una tosse strana. Corro dal veterinario: malata di cuore. Una busta di medicine, poi  una crisi respiratoria, la lingua che diventa nera in una manciata di minuti, ed è volata via.
    Mi manca.
    Il tempo, come sempre, farà il suo dovere. Ma non oggi.
Mi prendo qualche giorno per tentare di pensare il meno possibile. Tentare.

[Post Post Scriptum]
    Questo post lo scrissi in un'altra piattaforma e quando successivamente lo importai qui, su Blogger, deve essere accaduto qualcosa che ha portato a una confusione delle date di pubblicazione.
    Nella realtà dei fatti, ho perduto la mia piccola Luce il pomeriggio del 19 Settembre 2014.

Commenti

  1. Quando ospitiamo un animaletto tra le nostre mura, già dopo un paio di ciotole, ammettiamo che la famiglia è cresciuta di un componente.
    Dopodichè, se di fatto siamo i padroni perchè elargiamo un pasto, è altrettanto manifesto che siamo conquistati da quel pelosetto, a cui consentiamo di sopravvivere e che, in cambio ci fa vivere.
    La (T)ua Luce, (A)micheTTo mio, in fotografia sembra sbarazzina, proprio come ne parli.
    La penso mentre ancora (T)i scodinzola, golosa di stecchini al salmone.
    Un (B)acio e una (C)arezza dove brucia di più..

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    Risposte
    1. Eh, già, (A)micheTTa mia...
      La mia Piccola Luce era golosetta, c'era diventata per causa mia. Perché viziarla era l'unico modo che m'era venuto in mente per farle capire che le volevo bene davvero. E non era vegana! 🙈
      Era indipendente e dormiva nel corridoio, su un altro cuscino. Non come Lilli, che se non sta sul lettone con me non dorme! Diverse nel carattere e nei colori. Stesso amore.
      Conosco anch'io il (T)uo dolore, siamo (S)imili in tante (C)ose.

      (T)I (A)bbraccio forte, (T)I (C)arezzo e (B)acio le tempie... 💋💞🙏

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