Lettera dal futuro

Avrei voluto saper suonare, perché i miei silenzi si spiegassero in melodia. Avrei voluto dirti quello che fa male, perché il punto e l'accapo non è affatto detto che vivano sotto lo stesso tetto. Avrei voluto raccontarti del perché io non cantassi, benché avessi polmoni che tu riempivi d'ossigeno. Avrei voluto non sapere quello che so, perché la consapevolezza è prima fendente, poi dolore. Avrei voluto non avere paura, perché a morire sì, si fa sempre in tempo, ma non due volte. Avrei voluto la premonizione d'un abbraccio, piuttosto che la certezza d'una punizione. Avrei voluto che quel giorno non fosse mai arrivato, perché il paradiso non m'andava stretto. Avrei voluto dissolvermi, perché sparire fa meno male d'un abbandono. Avrei voluto smettere di pregare, perché le mie non vengono mai esaudite, ma so fare solo quello. Avrei voluto quello che non posso più avere: un'altra vita, e poi tornare a questa, che solo oggi ho imparato a vivere.