La storia la fanno i personaggi.
Interpreti d'un mondo opaco confinato in una bolla.
Io sono quello che rompe quella bolla: perché il loro mondo si mesca al nostro, fatto di colori, amori, e pistolettate fumanti.
Può succedere che l'inconveniente di un citofono rotto spalanchi una porta meglio di una chiave. Può succedere che la gentilezza dei convenevoli profumi di (F)amiliarità, che l'occasione conosca l'assiduità e l'oggi diventi per davvero il quotidiano. Può succedere che l'imponderabile pesi e di sospettare una certezza, che la prosa di un gesto, accorci capitoli e indossi da quel momento le vesti di un idillio. Può succedere... (T)i (S)tringo forte a me, (A)micheTTo mio...
Eh, già, (A)micheTTa mia... Certe volte sono le situazioni più bizzarre a determinate la chiave di volta di una svolta. Ed è così che il falso contatto d'un citofono può dare il la a (C)aseTTe, (T)inelli e letti a baldacchino. La vita è ciò che ci capita un giorno alla volta: nessuno sa quello che ci serberà il domani. Ma fa parte del (S)ogno tenersi pronti, non si sa mai... :pray::revolving_hearts:
(T)I (A)bbraccio forte forte, (A)micheTTa mia... :revolving_hearts:
Tutto inizia. Il meglio finisce: perché mai diventi il peggio. [ Post Scriptum ] La riflessione di cui sopra prende spunto da certi rapporti sentimentali. Rapporti ove la passione e globalmente l'amore sembrano destinati all'immortalità. Tuttavia, talvolta, anche quei rapporti che parevano indissolubili, speciali, sono destinati a finire. Il tempo logora . Il tempo sa come rendere l'impossibile, plausibile. E quando la passione è stata travolgente, parimenti, anche la fine può confluire in azioni contrastanti, esasperate... Ci si vomita addosso di tutto, specie quando una delle parti è ancora fortemente innamorata e, destabilizzata, si vede cadere il mondo addosso. Ecco, quando un rapporto è stato davvero importante, credo che la mossa più ragionevole sia quella di proteggerne la memoria e scovare la forza, in qualche modo, di fermarsi un attimo prima: Perché mai (ciò che a un tempo fu il meglio) diventi il peggio .
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
Questa è la storia di un film. Ma non uno qualunque. Uno con budget da capogiro e attori in lizza per il ruolo di protagonista del calibro di Mastroianni, Peck, McQueen, Newman e Tognazzi. La direzione dei lavori? Affidata al più blasonato dei registi in circolazione, con tre statuette hollywoodiane (saranno cinque, a fine carriera) a cui delegare le presentazioni. Questa è la storia di un film ove si intrecciano la realtà e il peccato, la depressione, la morte e l'aldilà, la superstizione, ma soprattutto il sogno, che brucando oltre la mente si fa incubo. Cominciamo il racconto da una località balneare, da una abitazione e da un uomo azzimato che siede in veranda. La località è Fregene, dove l'uomo si è trasferito da poco assieme alla moglie; prima vivevano a Roma, in un attico di lusso al quartiere Parioli: civico 141 di via Archimede. L'uomo seduto in veranda non è solo azzimato, ma è pure robusto e con la capigliatura folta pettinata all'indietro. I lineamenti de
A ventun anni facevo lo studente, mangiavo pizza cinque giorni su sette e vivevo in un buco da quattrocentoottantaquattromila lire al mese; nella zona est della città. Ricordate la réclame delle caramelle Polo? Si chiudeva con una voce maschile, imperturbabile, che declamava un artico editto: Polo, il buco con la menta intorno . Ecco, il mio buco era simile, solo che intorno, invece della menta, c’erano palazzi abitati da pupazzi, che non vedevo mai. Sapevo ch’erano gremiti di gente, lo testimoniavano pure le antenne che, a bizzeffe, spuntavano fitte fitte sopra i tetti. Ma per me erano costruzioni fantasma. Tutti conoscevano tutti, ma io non conoscevo nessuno, se escludiamo i malcapitati che fluttuavano attorno (e dentro) al mio stesso residence. Residenza in cui vissi due anni e, a parte qualche piacevole fuoriprogramma, il bilancio fu decisamente negativo. Vi racconto solo com’è che me ne andai, di punto in bianco. Quella che presi in affitto, o meglio, quell
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore . Dunque mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante. ENGLISH VERSION
E' una tua poesia breve?
RispondiEliminaBella.
Ciao Max.
Sì, caro Gus... Ogni tanto mi dedico pure agli aforismi e alle riflessioni in versi. Stato d'animo permettendo.
EliminaTi ringrazio e ti auguro una buona serata.
Può succedere che l'inconveniente di un citofono rotto spalanchi una porta meglio di una chiave.
RispondiEliminaPuò succedere che la gentilezza dei convenevoli profumi di (F)amiliarità, che l'occasione conosca l'assiduità e l'oggi diventi per davvero il quotidiano.
Può succedere che l'imponderabile pesi e di sospettare una certezza, che la prosa di un gesto, accorci capitoli e indossi da quel momento le vesti di un idillio.
Può succedere...
(T)i (S)tringo forte a me, (A)micheTTo mio...
Eh, già, (A)micheTTa mia...
EliminaCerte volte sono le situazioni più bizzarre a determinate la chiave di volta di una svolta. Ed è così che il falso contatto d'un citofono può dare il la a (C)aseTTe, (T)inelli e letti a baldacchino.
La vita è ciò che ci capita un giorno alla volta: nessuno sa quello che ci serberà il domani. Ma fa parte del (S)ogno tenersi pronti, non si sa mai... :pray::revolving_hearts:
(T)I (A)bbraccio forte forte, (A)micheTTa mia... :revolving_hearts: