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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

La strana morte di Edgar Allan Poe (parte I)

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Edgar Allan Poe Baltimora. Nosocomio universitario. Secondo piano. 5 Ottobre 1849.      << Reynolds! >>, urlava il moribondo in preda al delirio. << Oh, Reynolds... >>, si contorceva nel letto con gli occhi infossati, i capelli corvini e il volto pallido.   Gli sguardi dei medici s'avvicendavano in circolo, spaesati.    Quell'uomo stava per andarsene. Era chiaro. Ma il punto era un altro: perché? Come c'era finito in quel letto d'ospedale e in procinto delle nozze? Con indosso un pantalone (più largo d'oltre due taglie) di gabardine da quattro soldi, un paio di scarpe consunte e un cappellaccio da spaventapasseri.     Chi era quell'uomo? E soprattutto, chi era Reynolds?    L'uomo è  Edgar Allan Poe . Uno dei più grandi e influenti scrittori americani e padre indiscusso della letteratura poliziesca (o del Giallo, come solo in italia si usa), filone inaugurato con il racconto  I Delitti della Rue Morgue , pubblica

Fellini: Il viaggio di G. Mastorna - Il film maledetto di Federico Fellini

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Questa è la storia di un film. Ma non uno qualunque. Uno con budget da capogiro e attori in lizza per il ruolo di protagonista del calibro di Mastroianni, Peck, McQueen, Newman e Tognazzi. La direzione dei lavori? Affidata al più blasonato dei registi in circolazione, con tre statuette hollywoodiane (saranno cinque, a fine carriera)  a cui delegare le presentazioni. Questa è la storia di un film ove si intrecciano la realtà e il peccato, la depressione, la morte e l'aldilà, la superstizione, ma soprattutto il sogno, che brucando oltre la mente si fa incubo. Cominciamo il racconto da una località balneare, da una abitazione e da un uomo azzimato che siede in veranda.  La località è Fregene, dove l'uomo si è trasferito da poco assieme alla moglie; prima vivevano a Roma, in un attico di lusso al quartiere Parioli: civico 141 di via Archimede.  L'uomo seduto in veranda non è solo azzimato, ma è pure robusto e con la capigliatura folta pettinata all'indietro. I lineamenti de

La notte del sesterzio (Capitolo 1)

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Latina, 7 novembre 2014 ore 07.00 << Aiuto! >>, urlò l’uomo robusto col k-way agitando le braccia a tutto tondo. << Uomo in acqua! Aiuto! >>, gridava come un ossesso mentre tagliava la strada di corsa. L’ombrello gli sfuggì di mano e l’impeto del vento lo fece piroettare una, due, tre volte. Ripiombò sulla carreggiata accasciandosi nel mezzo di una pozzanghera, a un palmo da un automobilista che inchiodò con un vigoroso stridore di freni.    L’uomo ch’era alla guida si precipitò fuori dall’abitacolo incurante della coda che, pigramente, s’andava accumulando dietro i fari del suo vecchio maggiolino color panna.    Lo raggiunse che ancora si dimenava e chiedeva aiuto sporgendosi con la testa oltre la struttura di protezione del ponte. Sotto i loro piedi, gonfio,  scorreva il Canale delle Acque Medie. << Che cosa è successo? >>, domandò l’automobilista con la voce smorzata dall’affanno.    Lo sguardo dell’uomo batteva il corso d’acq

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