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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Il gelo divise ciò che il cuore mai spazzò

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Così come dalla corrente che fu d’ Agulhas  guizzò fiero il solitone , così il vento che dell’altro ne fu il trespolo, subitaneo, soffiò stanotte. Perché se è vero che l’uno rifugge l’altro per l’onor d’un rigore e d’una carta che canta , allora sulla frequenza io già accordato, attendo e mi domando cosa mai intonerà allorquando quel cremisi che pulsando impazza, annegherà in lucciconi, terre, lembi, e quel fido rigore. E al cuor non basta l’ammucchiar figure, che a un tempo , narravano la gioia del leccarsi al tramonto.  Ferite vere, e ricercati giacché scarlatti voluttuosi rivoli. E benché a tono di chiusura quanto la ragion sussurra, ciò che col gelo il pavido divise, l’arroventato cuore, risorgendo, mai spazzò. E di questo, oggi ne son certo, quella carta , salmodiando, narrò.

L'uomo del dì feriale.

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L'uomo del dì feriale Se ti manca l'aria solo quando sei da sola, non curartene, perché a mancarti non sono io.  A mancarti è un'idea: l'idea che di me ti sei fatta. Allora io ti dico: apri le finestre! Tutte! E fu così ch'ella, ancor prima che l'ultimo pertugio fu dischiuso, leggiadra e tronfia, tornò a respirare. Come fosse già notte, come fosse già Sabato , notte. Ma era solo un altro dì . Feriale. E non era il mio. M. ( L'uomo dei difetti... ) [ Post Scriptum ]     A chi non è capitato di esser cercato e ritenuto importante quasi insostituibile solo quando chi ti cerca non abbia da far di meglio? Io credo che la vera indole delle persone si manifesti nei dettagli. Nei comportamenti, e non solo nelle parole spesso tutte figlie dello stesso ceppo. Non importa quale che sia il giorno, se sia Sabato o Lunedì. Se sei importante, lo sei sempre. Se incarni una priorità , la incarni tanto nel fine settimana quanto nel mezzo. E si vede. Si deve vedere. Pe

Il Dandy

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Il Dandy    Pareva che pure il cielo ce l'avesse con me.  S'era fatto d'un colore che somigliava alla polvere, e la calura era così pressante che solo l'afa di metà agosto sapeva far di peggio.    Saranno state sì e no le tre del pomeriggio. Forse. Per non attendere l’apertura della Standa davanti al marciapiede come un fesso, decisi di fare un giro in Piazza del Popolo, godermi lo spettacolo dei piccioni e lasciare che le lancette scorressero un poco oziose.    A quell'ora il via vai di certo non mancava. Il comune, il bar Poeta e la biblioteca pubblica erano a due passi. Potevi trovarci di tutto. Impiegati di ritorno dalla pausa pranzo che rientravano all'ovile, studenti delle superiori che avevano segato a scuola e che dopo aver trascorso l'intera mattinata ai Giardinetti trottavano spediti verso le corriere in corsa, e gli universitari che, per darsi un tono, filavano verso la biblioteca cicalando e con l'immancabile sigaretta piantata t

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