La storia la fanno i personaggi.
Interpreti d'un mondo opaco confinato in una bolla.
Io sono quello che rompe quella bolla: perché il loro mondo si mesca al nostro, fatto di colori, amori, e pistolettate fumanti.
La sola certezza è che dubitiamo di tutto, mio (C)arissimo (A)micheTTo: se c'è una proprietà transitiva che autorizzi il dubbio a diventare certezza, dovrai preventivare un ripescaggio dell'(A)more e della (F)elicità. Un (A)bbraccioTTo...
(T)u sei la mia (A)micheTTa, qui non sei la mia (L)ocandiera, ergo: a (T)e mi (C)onfesso.
Questa riflessione la scrissi in un momento ben delineato della mia esistenza.
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente. Poi, conobbi l'amore. Un uomo intelligente è un uomo che sa usare la ragione, ma quando è avvolto e coinvolto, tende a perdere la razionalità. Perché l'amore, in un certo senso, fa regredire ad uno stadio di piacevole stupidità.
Allora mi convinsi d'essere un uomo felice. Poi, conobbi la vita. A quel punto, pensavo di avere tutto, ma la vita ha preso a presentarmi i primi conti, i primi fendenti, e così cominciai a dimenticare la felicità.
Allora mi trovai un tetto. Oggi, sono un viandante... Così, cercai stabilità e pensai (neanche troppo convinto) di averla trovata, perché un uomo ha bisogno di radici. Ma con la testa ero sempre altrove, perché la felicità non si compra né si costruisce col solo sudore.
Carissimo Massimiliano, ciò che non dovresti mai scrivere è UOMO DEI DIFETTI. Ogni cosa anche la errata insegna agli altri per evitare di sbagliare altri che poggiano naso e occhi sul tuo passo scritto, cioè coloro che ti leggono.. Nel caso di oggi, ti sei visto, INTELLIGENTE, UN UOMO FELICE, POI IN VIANDANTE. Per tre volte hai visto bene poi, sei divenuto un viandante, ma dimmi chi, non è un viandante, abbiamo tutti bisogno di appoggio, e sostegno ai nostri pensieri, alle nostre azioni, ai nostri esperimenti. IL VIAGGIO DEI VINDANTI, PROSEGUE, FINO ALL' ULTIMA FERMATA... Buon pomeriggio Massimiliano, in gamba amico mio... :hugging::hearts::hugging::hearts::hugging:
Buongiorno, carissimo Gianni, felici di leggerti al mio umile desco. ;-)
Ordunque, in questa riflessione ho cercato di sintetizzare TRE tappe fondamentali della mia vita. Ed ecco spiegato il motivo del rigo di separazione tra le coppie di versi. C'è l'uomo che si rende conto che il sentimento dell'amore allorquando intenso può "offuscare" la razionalità, rendendoti piacevolmente più malleabile. C'è poi il fatto di sentirsi quindi innamorati e felici, ma ben presto la vita comincia a presentarti i primi conti, le prime inesorabili sofferenze che faranno passare in secondo piano la felicità che credevi d'aver agguantato: e ti rendi conto davvero che nulla è eterno e che la serenità è la somma di tanti (o pochi) istanti conquistati qua e là. Alla fine, senti il bisogno di mettere radici e cerchi una stabilità, un tetto. Ma con la testa stai altrove, forse ancora a quello che hai perduto. Si può essere viandanti pure stando incollati ad una sedia...
Tutto inizia. Il meglio finisce: perché mai diventi il peggio. [ Post Scriptum ] La riflessione di cui sopra prende spunto da certi rapporti sentimentali. Rapporti ove la passione e globalmente l'amore sembrano destinati all'immortalità. Tuttavia, talvolta, anche quei rapporti che parevano indissolubili, speciali, sono destinati a finire. Il tempo logora . Il tempo sa come rendere l'impossibile, plausibile. E quando la passione è stata travolgente, parimenti, anche la fine può confluire in azioni contrastanti, esasperate... Ci si vomita addosso di tutto, specie quando una delle parti è ancora fortemente innamorata e, destabilizzata, si vede cadere il mondo addosso. Ecco, quando un rapporto è stato davvero importante, credo che la mossa più ragionevole sia quella di proteggerne la memoria e scovare la forza, in qualche modo, di fermarsi un attimo prima: Perché mai (ciò che a un tempo fu il meglio) diventi il peggio .
Questa è la storia di un film. Ma non uno qualunque. Uno con budget da capogiro e attori in lizza per il ruolo di protagonista del calibro di Mastroianni, Peck, McQueen, Newman e Tognazzi. La direzione dei lavori? Affidata al più blasonato dei registi in circolazione, con tre statuette hollywoodiane (saranno cinque, a fine carriera) a cui delegare le presentazioni. Questa è la storia di un film ove si intrecciano la realtà e il peccato, la depressione, la morte e l'aldilà, la superstizione, ma soprattutto il sogno, che brucando oltre la mente si fa incubo. Cominciamo il racconto da una località balneare, da una abitazione e da un uomo azzimato che siede in veranda. La località è Fregene, dove l'uomo si è trasferito da poco assieme alla moglie; prima vivevano a Roma, in un attico di lusso al quartiere Parioli: civico 141 di via Archimede. L'uomo seduto in veranda non è solo azzimato, ma è pure robusto e con la capigliatura folta pettinata all'indietro. I lineamenti de
A ventun anni facevo lo studente, mangiavo pizza cinque giorni su sette e vivevo in un buco da quattrocentoottantaquattromila lire al mese; nella zona est della città. Ricordate la réclame delle caramelle Polo? Si chiudeva con una voce maschile, imperturbabile, che declamava un artico editto: Polo, il buco con la menta intorno . Ecco, il mio buco era simile, solo che intorno, invece della menta, c’erano palazzi abitati da pupazzi, che non vedevo mai. Sapevo ch’erano gremiti di gente, lo testimoniavano pure le antenne che, a bizzeffe, spuntavano fitte fitte sopra i tetti. Ma per me erano costruzioni fantasma. Tutti conoscevano tutti, ma io non conoscevo nessuno, se escludiamo i malcapitati che fluttuavano attorno (e dentro) al mio stesso residence. Residenza in cui vissi due anni e, a parte qualche piacevole fuoriprogramma, il bilancio fu decisamente negativo. Vi racconto solo com’è che me ne andai, di punto in bianco. Quella che presi in affitto, o meglio, quell
bellíssimo blog
RispondiEliminaMi fa davvero piacere Ti sia piaciuto...
RispondiEliminaGrazie!
Torna quando vuoi. Al mio desco, sei la benvenuta.
Bello il tuo blog!
RispondiEliminaGrazie !
RispondiEliminaOnorato ti piaccia! ;-)
Un bello scoprirsi... ;)
RispondiEliminaForse il bello di riconoscersi viandanti sta proprio nello scoprirsi strada facendo...
EliminaTi (A)uguro un sereno fine settimana, Franco... Sei il benvenuto al mio umile desco.
Io devo ancora riconoscere cosa sono...
RispondiEliminaIntanto, un abbraccio!
Io sono un viandante che, attualmente, s'aggira nella penombra di viali malfamati, e veri.
EliminaIl mio abbraccio, carissima Regina: a presto!
PS: non appena ti sarai riconosciuta, fammi un fischio! ;-) ;-)
Massi..un Abbraccio..angelisa
EliminaCiao, carissima Angelisa: che sorpresa! Sono anni che non ti sento! Mi auguro vada tutto bene...
EliminaTi lascio il mio abbraccio sincero: buonissima sera!
La sola certezza è che dubitiamo di tutto, mio (C)arissimo (A)micheTTo: se c'è una proprietà transitiva che autorizzi il dubbio a diventare certezza, dovrai preventivare un ripescaggio dell'(A)more e della (F)elicità.
RispondiEliminaUn (A)bbraccioTTo...
Elimina(T)u sei la mia (A)micheTTa, qui non sei la mia (L)ocandiera, ergo: a (T)e mi (C)onfesso.
Questa riflessione la scrissi in un momento ben delineato della mia esistenza.
Ci fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente.
Poi, conobbi l'amore.
Un uomo intelligente è un uomo che sa usare la ragione, ma quando è avvolto e coinvolto, tende a perdere la razionalità. Perché l'amore, in un certo senso, fa regredire ad uno stadio di piacevole stupidità.
Allora mi convinsi d'essere un uomo felice.
Poi, conobbi la vita.
A quel punto, pensavo di avere tutto, ma la vita ha preso a presentarmi i primi conti, i primi fendenti, e così cominciai a dimenticare la felicità.
Allora mi trovai un tetto.
Oggi, sono un viandante...
Così, cercai stabilità e pensai (neanche troppo convinto) di averla trovata, perché un uomo ha bisogno di radici. Ma con la testa ero sempre altrove, perché la felicità non si compra né si costruisce col solo sudore.
(T)i (A)bbraccio fortissimo, (A)micheTTa mia...
NUDO.
RispondiEliminaCi fu un tempo in cui m'ero quasi convinto d'essere un uomo intelligente.
**Poi, conobbi l'amore.**
Allora mi convinsi d'essere un uomo felice.
**Poi, conobbi la vita.**
Allora mi trovai un tetto.
**Oggi, sono un viandante...**
M.
(L'uomo dei difetti...)
https://massimilianomarigliani.blogspot.com/2015/04/nudo.html
Carissimo Massimiliano, ciò che non dovresti mai scrivere è UOMO DEI DIFETTI.
Ogni cosa anche la errata insegna agli altri per evitare di sbagliare altri che poggiano naso e occhi sul tuo passo scritto, cioè coloro che ti leggono..
Nel caso di oggi, ti sei visto, INTELLIGENTE, UN UOMO FELICE, POI IN VIANDANTE.
Per tre volte hai visto bene poi, sei divenuto un viandante, ma dimmi chi, non è un viandante, abbiamo tutti bisogno di appoggio, e sostegno ai nostri pensieri, alle nostre azioni, ai nostri esperimenti.
IL VIAGGIO DEI VINDANTI, PROSEGUE, FINO ALL' ULTIMA FERMATA... Buon pomeriggio Massimiliano, in gamba amico mio...
:hugging::hearts::hugging::hearts::hugging:
Buongiorno, carissimo Gianni, felici di leggerti al mio umile desco. ;-)
EliminaOrdunque,
in questa riflessione ho cercato di sintetizzare TRE tappe fondamentali della mia vita. Ed ecco spiegato il motivo del rigo di separazione tra le coppie di versi.
C'è l'uomo che si rende conto che il sentimento dell'amore allorquando intenso può "offuscare" la razionalità, rendendoti piacevolmente più malleabile.
C'è poi il fatto di sentirsi quindi innamorati e felici, ma ben presto la vita comincia a presentarti i primi conti, le prime inesorabili sofferenze che faranno passare in secondo piano la felicità che credevi d'aver agguantato: e ti rendi conto davvero che nulla è eterno e che la serenità è la somma di tanti (o pochi) istanti conquistati qua e là.
Alla fine, senti il bisogno di mettere radici e cerchi una stabilità, un tetto. Ma con la testa stai altrove, forse ancora a quello che hai perduto. Si può essere viandanti pure stando incollati ad una sedia...
Un abbraccio sincero. Sereno fine settimana!